Terza palpebra cane

COS’È
Una “membrana” formata da uno “scheletro interno” di cartilagine e rivestita esternamente dalla congiuntiva; alla base presenta una ghiandola (detta appunto ghiandola della terza palpebra o di Harder). Anatomicamente nei mammiferi domestici è situata nell’angolo nasale dell’occhio, tra palpebre e globo oculare, dove svolge un’azione di protezione della cornea: nel cane “sale passivamente” come conseguenza della retrazione volontaria del globo oculare nell’orbita.

Prolasso della ghiandola della terza palpebra (cherry eye)

COSA È LA GHIANDOLA DELLA TERZA PALPEBRA:
una ghiandola lacrimale normalmente non visibile, situata alla base della terza palpebra, che produce almeno il 35% (in letteratura descritto dal 35 al 57%) della porzione acquosa del film lacrimale (il rimanente è prodotto dalla ghiandola lacrimale orbitale).

IN COSA CONSISTE IL PROLASSO:
Fisiologicamente la ghiandola è tenuta in sede da una debole struttura detta retinacolo. In soggetti predisposti ad una lassità del retinacolo, o per particolare conformazione del cranio, la ghiandola infiammata può abbandonare la sua sede ed essere visibile ad occhio nudo, tra margine libero della terza palpebra e superficie oculare, come una massa rossa (da cui la definizione anglosassone di “cherry eye”: “occhio a ciliegia”). Il prolasso, che solitamente si presenta entro il primo anno di vita, può essere mono o bilaterale, e può presentarsi in tempi diversi. Anche se è una patologia che può interessare qualsiasi cane sia di razza che meticcio, esistono razze maggiormente predisposte e tra le più comuni troviamo: Bulldog Inglese, Bouledogue Francese, Pechinese, Shar Pei, Cane Corso, Bullmastiff, Alano, Mastino Napoletano, Beagle e Cocker Spaniel.

COSA FARE
La ghiandola va riposizionata nella sua sede naturale (manualmente o chirurgicamente). E’ stata dimostrata una maggiore incidenza di cheratocongiuntivite secca (KCS) in cani in cui la ghiandola è stata asportata piuttosto che riposizionata. Sono descritte svariate tecniche chirurgiche di riposizionamento e la scelta è a discrezione del chirurgo (al momento quelle che più pratico sono la tecnica della tasca o “pocket”, associata alla fissazione al periostio in casi selezionati). In mani esperte la percentuale di successo della chirurgica si attesta intorno al 95%. E’ IMPORTANTE TENERE PRESENTE che, seppure infrequente, esiste la possibilità di recidiva del prolasso (cioè che nonostante la chirurgia sia stata correttamente eseguita la ghiandola “fuoriesca nuovamente”). In questo caso va ripetuta la chirurgia per il riposizionamento.

In preparazione alla chirurgia prescrivo colliri antiinfiammatori che riducono l’infiammazione congiuntivale spesso presente.

COSA NON FARE

1. Asportare definitivamente la ghiandola, a meno che ci siano processi neoplastici a suo carico diagnosticati tramite esame citologico e/o istologico;

2. Lasciare la ghiandola prolassata per parecchi mesi, perché ciò causa al suo interno dei cambiamenti che ne riducono irreversibilmente l’attività secernente (fibrosi del tessuto ghiandolare), rendendo più probabile l’insorgenza di cheratocongiuntivite secca, nonostante il riposizionamento chirurgico.

3. In casi di prolasso monolaterale è possibile aspettare 3-4 settimane prima di intervenire chirurgicamente perché, nell’evenienza del prolasso della ghiandola controlaterale, si può ricorrere di una sola anestesia per il riposizionamento bilaterale. Il prolasso bilaterale non rappresenta tuttavia la regola e può anche verificarsi a distanza di mesi, oppure mai.

È possibile che un cane a cui la ghiandola sia stata riposizonata correttamente ed in tempi debiti sviluppi in futuro la cheratocongiuntivite secca (occhio secco o kcs) perché alcune razze predisposte al prolasso della ghiandola lo sono anche per l’occhio secco. Rimuovendo la ghiandola della terza palpebra quindi, non solo si può anticipare l’insorgenza della patologia, ma si elimina anche una delle due ghiandole su cui i farmaci agiscono (vedi paragrafo cheratocongiuntivite secca).

Mastino Napoletano cucciolo con imponente prolasso della ghiandola della terza palpebra. Notare anche l’ectropion della palpebra inferiore e, nel terzo laterale della palpebra superiore,la presenza di ciglia mal direzionate.

Basset Hound cucciolo con prolasso della ghiandola della terza palpebra.

Deformità della cartilagine della terza palpebra

COS’È
Deformità della cartilagine, “scheletro” che conferisce forma e rigidità alla terza palpebra, che si presenta durante il periodo di accrescimento. che può interessare la porzione verticale (eversione) o quella orizzontale (margine libero). Le razze maggiormente predisposte alla prima forma sono: Alano, Weimaraner, Pointer, San Bernardo, Shar Pei, Cane Corso.

QUALI CONSEGUENZE HA
Oltre ad inestetismo può essere causa di congiuntivite cronica ed epifora (lacrimazione dovuta a deviazione del film lacrimale al di fuori della fessura palpebrale).

COSA FARE
Il difetto si può correggere con varie tecniche: asportando la porzione di cartilagine deformata e poi chiudendo l’incisione con una sutura a tasca (come per il prolasso della ghiandola della terza palpebra), ruotandola di 180° e riposizionandola con suture, lasciandola poi in trazione per 2 settimane (flap di terza palpebra), oppure in casi selezionati “rimodellando” la cartilagine nella forma corretta tramite elettrochirurgia. La decisione sulla tecnica da adottare varia di caso in caso.

Cane Corso cucciolo: eversione primaria della porzione verticale della cartilagine della terza palpebra non associata al prolasso della ghiandola della stessa.

Pastore Maremmano Abruzzese con eversione primaria della porzione orizzontale della cartilagine della terza palpebra.

Basset Hound con prolasso della ghiandola della terza palpebra.

Stesso Basset Hound dopo il riposizionamento manuale della ghiandola; notare la deformità della porzione verticale della cartilagine (inversione).