Palpebre cane

Entropion

COS’È 
Consiste nella rotazione di 90°/180° (parziale o completa) della palpebra verso la superficie corneale. Può manifestarsi a qualsiasi età: da quando le palpebre si aprono fisiologicamente (solitamente intorno al 15 giorno di vita) alla vecchiaia. Può essere conformazionale o anatomico, spastico (temporaneamente dovuto a marcato blefarospasmo per dolore del segmento anteriore dell’occhio) o cicatriziale (conseguenza di fibrosi da traumi o chirurgie).

COSA FARE
Le forme anatomica e cicatriziale vanno corrette chirurgicamente al fine di evitare l’insorgenza di ulcere corneali secondarie ed opacità permanenti (neovascolarizzazione, fibrosi e melanosi corneale) dovute all’attrito meccanico dei peli sulla cornea (trichiasi) e per eliminare una costante fonte di dolore. Nei cuccioli di età inferiore a 3 mesi con difetti lievi può essere efficacemente corretto con l’applicazione di suture, senza incidere la cute, tramite una tecnica detta “tacking”.

Terranova adulto con entropion della palpebra inferiore

Shar pei 2 mesi con entropion alla palpebra superiore

Apertura forzata delle palpebre corneale causata dalla trichiasi

Particolare ingrandito dell’ulcera evidenziata dalla positività alla fluoresceina

Entropion mediale (o nasale) nelle razze brachicefaliche

COS’È
È una forma particolare di entropion che interessa le razze brachicefaliche (es. Carlino, Shi Tzu Pechinese,vedi esoftalmo conformazionale e melanosi corneale). L’esoftalmo fisiologico (occhio sporgente dovuto ad un orbita piatta) associato alla forma “schiacciata del muso” disloca il canto mediale (angolo nasale delle palpebre) in profondità, tramite trazione del legamento corrispondente, causando la rotazione interna della plapebra verso la cornea e congiuntiva e conseguente irritazione per trichiasi (sfregamento dei peli).

COSA FARE
È una delle concause della melanosi corneale mediale ( porzione nasale della cornea) tipica delle razze menzionate (vedi melanosi corneale sezione cornea).

Carlino adulto: entropion mediale (notale il pelo a contatto con la cornea) e melanosi corneale mediale di forma grossolanamente triangolare a base nasale

Esoftalmo conformazionale o “ fisiologico”

COS’È
Consiste in una eccessiva sporgenza del globo oculare dovuta ad un’ orbita poco profonda, (tipica delle razze brachicefaliche come Carlino Shi Tzu Pechinese, Bulldog Inglese e Francese Chihuahua) associata ad un’ampia fessura palpebrale. Ad esso spesso si accompagnano strabismo bilaterale divergente (exotropia) ed entropion mediale. Quest’ultimo, associato nelle razze elencate a scarsa sensibilità corneale, predispone maggiormente il soggetto a patologie corneali come ulcere, melanosi (pigmentazione) ed, in caso di traumi, a proptosi o lussazione traumatica del globo.

COSA FARE
In presenza di difetti lievi è sufficiente l’applicazione di sostituti lacrimali (anche a vita). In casi più gravi è necessario ricorrere ad un intervento chirurgico, con il fine di ridurre la fessura palpebrale e correggere l’entropion mediale (Carlini, Pechinesi, Shi Tzu). Normalizzando l’eccessiva esposizione corneale si ottiene una maggiore protezione della superficie oculare, grazie anche ad una ridotta evaporazione del film lacrimale.

Carlino adulto con marcato esoftalmo, fessura macropalpebrale, strabismo divergente e blanda melanosi corneale mediale.

Ectropion

COS’È
Un’eversione palpebrale (rotazione verso l’esterno della superficie oculare). Può essere legata alla conformazione del cranio tipica di alcune razze (e talvolta richiesta dallo standard), o dovuta a esiti cicatriziali di ferite o chirurgie per entropion con eccessiva correzione e conseguente esposizione permanente della superficie oculare con infiammazione cronica congiuntivale e corneale. Cani da lavoro che presentano questa alterazione sono più predisposti ad alloggiare corpi estranei.

COSA FARE
In casi lievi è sufficiente proteggere la superficie oculare con lacrime artificiali, in casi avanzati bisogna ricorrere alla chirurgia per ripristinare una corretta apposizione palpebrale al fine di ridurre l’esposizione della superficie oculare (cornea e congiuntiva).

Boxer adulto con ectropion della palpebra inferiore ed eccessiva esposizione della superficie oculare (cornea e congiuntiva).

Fessura macropalpebrale (macroblefaro o euriblefaro)

COS’È
Un’apertura palpebrale molto ampia rispetto alle dimensioni del globo oculare o alla sua posizione nell’orbita (occhio infossato). E’ solitamente associato ad entropion e/o ectropion, che possono essere presenti entrambi sulla medesima palpebra, con conseguenti alterazioni corneali. Tale alterazioni possono variare da “semplici opacità” (fibrosi , vascolarizzazione e pigmentazione o melanosi) ad erosioni e ulcere corneali che, in casi estremi, possono progredire in perforazioni. Alcune razze sono predisposte (Alano, Dogue de Bordeaux, San Bernardo, alcuni Spaniel, Segugi, Mastino Napoletano) e purtroppo per alcune di esse è lo standard di razza che lo richiede.

COSA FARE
Spesso è necessario intervenire chirurgicamente per correggere il difetto e conformare le palpebre al globo oculare.

Basset Hound adulto con ectropion/entropion della palpebra superiore ed ectropion della palpebra inferiore dovuti a fessura macropalpebrale.

Dogue De Bordeaux adulto con fessura macroplapebrale ed entropion della palpebra inferiore.

Ptosi palpebrale

COS’È
Incapacità di sollevare in maniera adeguata la palpebra superiore con conseguenti problemi di visione e trichiasi. Il difetto può essere congenito o acquisito, causato da difetti dei muscoli elevatori della palpebra, patologie del sistema nervoso periferico (es. Sindrome di Horner) o da abbondante pelle presente sulla fronte che impedisce fisicamente il movimento della palpebra.

COSA FARE
Fondamentale è capire la causa per poi attuare la terapia. Nei casi conformazionali (non neurologici) può essere utile ricorrere alla chirurgia palpebrale per ripristinarne la motilità. Esistono delle tecniche chirurgiche che non alterano la fisionomia del paziente pur ripristinando la funzionalità palpebrale (es.: Shar Pei , Chow Chow). Nei cani molto anziani e con problematiche sistemiche, che pongono il paziente a rischio per l’anestesia generale, può essere inoculato nello spessore palpebrale acido iarulonico per evertire il margine palpebrale e direzionare i peli lontano dalla cornea.

Shar Pei adulto con ptosi della palpebra superiore. Notare che gran parte dell’iride non è visibile.

Meticcio anziano con ptosi e trichiasi della palpebra superiore, ulcera corneale secondaria (area di colore verde per positività alla fluoresceina) ed edema (porzione di cornea azzurrata che impedisce la visualizzazione dell’iride).

Neoplasie palpebrali

COSA SONO
I tumori palpebrali sono neoformazioni, piuttosto frequenti oltre una certa età, di natura principalmente benigna. Solitamente compaiono dopo i 7-8 anni , sono primari, ed interessano le ghiandole di Meibomio. Più raramente sono manifestazione locale di una neoplasia sistemica o tumori primari nello “spessore della palpebra”. Nei cani cuccioli possono presentarsi il papilloma virale e l’istiocitoma, che solitamente regrediscono con terapia medica senza la necessità di ricorrere alla rimozione chirurgica.

COSA FARE
In generale è necessario trattare la neoformazione con tecnica chirurgica appropriata, fili di sutura molto sottili che non lascino cicatrice, e punti di sutura applicati in modo da non danneggiare la superficie corneale. L’utilizzo di cauteri, soprattutto da parte di operatori poco esperti, utilizzati per “bruciare” la neoformazione è una tecnica impropria. Infatti, oltre a causare la deformità del margine palpebrale trattato, spesso viene lasciata “la base” della neoformazione in loco, causandone la recidiva a distanza di mesi. In casi selezionati si può ricorrere alla criochirurgia.

Neoformazione del margine palpebrale in un cane adulto. Notare l’imponente arrossamento della terza palpebra e lo scolo di tipo purulento a livello di canto mediale

Stesso cane della foto precedente in cui il margine palpebrale viene evertito esponendo la vera natura del “gonfiore palpebrale”: la causa infatti è data da una piccola neoformazione del margine palpebrale (solitamente adenomi o adenocarcinomi delle ghiandole di Meibomio) con conseguente ostruzione dello sbocco della ghiandola stessa ed accumulo di materiale al suon interno (calazio)

Disordini delle ciglia

Comprendono trichiasi e ciglia mal direzionate, distichiasi e ciglia ectopiche.

Trichiasi e ciglia mal direzionate

COS’È
Per trichiasi si intende un contatto non fisiologico tra peli e superficie oculare . Le cause più comuni sono: ptosi palpebrale, pieghe facciali prominenti e pesanti, pieghe nasali da cui originano peli che contattano la cornea come nei Pechinesi. Per ciglia mal direzionate si intendono ciglia che originano in posizione naturale ma toccano impropriamente la superficie oculare, più frequenti nei cuccioli nei primi mesi di vita.

COSA FARE
In caso di ptosi della palpebra superiore si ricorre a chirurgia (blefaroplastica secondo tecnica di Stades o Hotz Celsus); per le pieghe facciali o si asportano in toto o si ricorre a procedure di blefaroplastica, da decidere in base alle caratteristiche della alterazione; per le pieghe nasali si può limitare la trichiasi con cantoplastica mediale o asportando le pieghe nasali. Per ciglia mal direzionate nei cuccioli inferiori a 2 mesi di età si applicano temporaneamente dei punti di sutura palpebrali per modificare la crescita della palpebra, in quelli di maggiore età si ricorre alla criochirurgia.

Pechinese anziano con trichiasi delle pieghe nasali. Notare l’opacità della cornea presente bilateralmente (fibrosi e melanosi) causata da cheratite cronica.

Cucciolo di Bulldog Inglese di 2 mesi con ciglia della palpebra superiore mal direzionate che causano lacrimazione abbondante a causa della irritazione della superficie oculare.

Distichiasi

COS’È
Sono delle ciglia anomale che nascono all’interno delle ghiandole di Meibomio e fuoriescono sul margine palpebrale attraverso i loro orifizi. Possono variare in numero (da una sola a molteplici), dimensioni (da molto sottili a robuste) e posizione (ne nascono una o più per ciascuna ghiandola di Meibomio) ed essere presenti su entrambe le palpebre. Per la superficie oculare rappresentano dei corpi estranei che ”sfregano” ad ogni ammiccamento, soprattutto quelle situate sulla palpebra superiore.

COSA FARE
La sintomatologia può essere minima e causare lacrimazione da lieve a marcata, fino a causare fotofobia ed ammiccamento, marcato blefarospasmo, e in alcuni casi erosioni corneali. La terapia quindi può variare dalla semplice applicazione di lacrime artificiali come misura conservativa, fino alla rimozione chirurgica delle stesse tramite elettroepilazione, criochirurgia o chirurgia palpebrale. Non va assolutamente usato l’elettrobisturi, soprattutto da operatori inesperti, per il rischio di causare deformità permanenti del margine palpebrale.

Marcata distichiasi della palpebra superiore nel terzo centrale con numerose grosse distichie. Notare la presenza nel terzo laterale del margine palpebrale della palpebra inferiore di poche e più sottili distichie.

Ciglia ectopiche

COS’È
Sono delle ciglia che originano da follicoli piliferi erroneamente presenti tra le ghiandole di Meibomio, o all’interno delle stesse, che perforano la congiuntiva palpebrale ed agiscono come dei corpi estranei aghiformi. Solitamente localizzati sulla palpebra superiore, traumatizzano la cornea ad ogni ammiccamento, dando luogo ad ulcere corneali. La loro individuazione non è sempre semplice ed è necessario utilizzare mezzi di ingrandimento adeguati (come la lampada a fessura o biomicroscopio).

COSA FARE
Vanno asportate chirurgicamente utilizzando di ingrandimento adeguati: la palpebra è una struttura molto particolare che presenta da un lato la congiuntiva palpebrale, a diretto contatto con la superficie oculare, dall’altro la cute con i peli, e tra loro le ghiandole di Meibomio, il tutto in pochi millimetri di spessore. Il ciglio o le ciglia vanno asportati alla base senza interferire con i follicoli piliferi cutanei.

Cane adulto. Presenza di un ciglio ectopico pigmentato nel terzo mediale della palpebra superiore che perfora la congiuntiva palpebrale.